Glossario di Gioielleria

A
ALZATA

Vassoio a più ripiani o con alto piedistallo.

ANELLO DA COCKTAIL (cocktail ring)

‘ un anello dalla montatura importante, con una grande pietra centrale dal colore deciso solitamente contornata da altre gemme in nuance o a contrasto. Lo si porta normalmente a un dito della mano destra dato che la sinistra è destinatala agli “anelli degli affetti”, come l’anello di fidanzamento o la fede matrimoniale.

ASSAGGIO

Esame a cui viene sottoposto il metallo prezioso per controllarne il titolo. Sino alla fine del XIX secolo, esistevano appositi uffici (detti della Zecca, del Bollo, ecc.) presso cui si recavano argentieri e orefici per certificare la qualità del metallo prezioso prima di metterlo in commercio. L’ufficiale preposto, chiamato “saggiatore”, operava un piccolo prelievo dal manufatto e, se il titolo risultava regolamentare, vi apponeva il punzone di legge.

B
BOCCIOLO

Nei candelieri, candelabri, ecc., l’incavo nel quale viene collocata la candela.

BUGIA

Piccolo candeliere con base a forma di piatto e impugnatura

C
CABOCHON

Gemma a superficie liscia, bombata o convessa.

CAMMEO

Pietra dura con figure lavorate a rilievo che si presentano di colore diverso da quello del fondo. Ciò è possibile grazie agli strati di colore della pietra stessa. Dall’ebraico “kamaa”, rilievo.

CANDELABRO

Candeliere a più bracci.

CANDELIERE

Oggetto che serve da sostegno a una sola candela.

CARATO

Unità di misura. Per le gemme indica il peso; il termine deriva dal greco kerátion, frutto del carrubo, i cui semi anticamente erano usati come unità di peso. Un carato equivale a 0,20 grammi e viene suddiviso in 100 punti; perciò un diamante da 25 punti pesa un quarto di carato, cioè 0,05 grammi. Per le perle, il carato è l’unità di peso usata in Europa; in Giappone si usa il momme . Per l’oro, si usano i carati per indicare quante parti di oro puro sono presenti in una lega. L’oro puro corrisponde a 24 carati, di conseguenza se parliamo di oro a 18 carati vuol dire che la lega è composta da 18 parti di oro puro e 6 parti di altro metallo. Il titolo, cioè il rapporto tra oro puro e metallo legante, viene espresso anche in millesimi: 18 carati corrispondono a 750 millesimi.

CASTONE

Parte incavata di un gioiello in cui viene alloggiata e fissata la pietra.

CATENA

Ornamento composto da una serie di maglie metalliche passanti una dentro l’altra. Tra i molti tipi di catena esistenti, i più conosciuti sono: la catena a coda di volpe, la catena forzatina e la catena grumetta.

CESELLARE

Decorare una lastra d’oro o d’argento con appositi “scalpelli” dalla punta smussata detti ceselli. Solitamente questa lavorazione viene fatta sul diritto della lastra per rifinire i decori realizzati a sbalzo.

CESELLATO

Si dice di oggetto lavorato a cesello.

CESELLO

Uno qualunque dei numerosi utensili non taglienti che si utilizzano, con l’ausilio del martello, per creare sulla lastra d’oro o d’argento un motivo ornamentale operando uno spostamento plastico del metallo. Il termine sta anche ad indicare sia l’arte di cesellare che l’opera che ne risulta.

CHARMS

Piccoli ciondoli da portare perlopiù appesi a un bracciale, molto in voga negli anni ‘50 e ‘60 e ora tornati di moda. I nuovi charms, acquistati o ricevuti in dono, vengono man mano aggiunti al bracciale.

CHIUSURA A CASSETTO

Chiusura tramite una “linguetta” da inserire nel “cassetto” all’altro capo della catena o del bracciale. La linguetta è solitamente in oro bianco, perché più resistente all’usura dell’oro giallo. È detta anche chiusura “a scomparsa”.

CHIUSURA A MOLLA

Chiusura tramite gancio a moschettone, a clip o altro tipo di fermaglio a molla.

CHOKER

Girocollo di altezza variabile, aderente al collo, realizzato in lastra rigida o formato da diversi fili di gemme o perle.

CINTURA

La circonferenza più esterna del diamante o altra pietra tagliata, tra la corona e il padiglione.

CLIP

Tipo di fermaglio a molla, usato soprattutto per far aderire gli orecchini al lobo dell’orecchio. Fino agli anni ‘30 gli orecchini si portavano nel lobo forato o con chiusura a vite. La clip permetterà di indossare orecchini pesanti e, dal punto di vista del design, di estenderli a coprire anche la parte alta dell’orecchio. Dall’inglese “to clip”, stringere.

CLOISONNÉ

Tecnica di lavorazione dello smalto su oggetti d’oro o altro metallo. Saldando sottili lamine d’oro a un supporto metallico, si formano degli alveoli nei quali vengono deposti smalti di vario colore, così da comporre un disegno. Dal francese “cloison”, parete, divisorio.

COLLANA CHANEL

La collana prende il nome della famosa stilista francese Coco Chanel, che amava indossare dei lunghi fili di perle. Oggi designa anche la catena di lunghezza superiore ai 90 cm. Si può portare a uno o più fili o annodata, a seconda del look e del gusto personale.

CONTRARIÉ

Si dice di anello il cui cerchio non si chiude: le due estremità superiori divergono e spesso montano due pietre diverse per tipo e colore.

CORONA

La parte superiore della pietra tagliata, al di sopra della cintura.

CUFF BRACELET

Detto anche “bracciale manchette”, può essere rigido o morbido, ma è sempre di una certa altezza e aderente al polso. Se ne possono portare due, non necessariamente identici, al polso destro e sinistro, simili appunto a “polsini”.

D
DIAMANTATURA

Lavorazione eseguita con attrezzi a punta di diamante che, asportando parti della superficie d’oro, formano piccoli solchi creando particolari effetti cromatici e luminosi.

DOPPIERE

Candelabro a due bracci.

E
EAR CUFF

Orecchino solitamente importante, in oro e gemme, che invece di pendere, sale a coprire e ornare il lobo.

ÉGOÏSTE

Voce francese che indica una piccola caffettiera o teiera per uso singolo.

ELETTROFORMATURA

Tecnica di lavorazione. Un modello in cera, precedentemente rivestito di metallo, viene ricoperto d’oro o d’argento. Attraverso un processo elettrochimico, il metallo prezioso si deposita sul metallo vile in maniera uniforme, mentre l’anima in cera si scioglie con il calore. In questo modo il gioiello può avere forme voluminose e leggere al tempo stesso.

F
FACCETTA

Area piana e levigata della gemma. Il numero di faccette presenti in una pietra dipende dal tipo di taglio.

FANCY (diamante)

Voce inglese che significa “di fantasia”. Il diamante è normalmente incolore; quando il colore è presente, si parla di diamante fancy. I diamanti fancy sono rari e hanno un grande valore sul mercato.

FILIGRANA

Tecnica di lavorazione dell’oro e dell’argento consistente nel saldare insieme fili di diverso spessore, variamente intrecciati, a formare delle figure. Il termine indica anche il lavoro di oreficeria così ottenuto.

FUOCO

Effetto ottico tipico del diamante sfaccettato. Consiste nella varietà, lucentezza e intensità dei colori dell’iride che si producono quando il diamante riflette la luce.

FUSIONE

Tecnica che consiste nell’introdurre un metallo prezioso fuso in una cavità, appositamente creata in un materiale refrattario, dove si solidificherà.

FUSIONE A CERA PERSA

Antichissima tecnica di lavorazione dei metalli. È ancora oggi il metodo usato sia per le statue di grandi dimensioni che per realizzare gioielli e oggetti d’argenteria. Per creare il modello di partenza, e successivi stampi, si usano vari materiali, uno dei quali è la cera che, in una delle fasi di lavorazione, viene sciolta per lasciare il posto al metallo prezioso.

G
GAMBO

In un anello, il cerchio che regge la montatura. In un candeliere, l’elemento allungato che sostiene il bocciolo.

GODRONATURA

Motivo a ovoli usato per decorare i bordi del vasellame d’argento. Imita un ornato decorativo caratteristico dell’architettura.

GRIFFES

Le punte di metallo, ripiegate ad artiglio, che fermano le gemme nei castoni. Dal francese “griffe”, artiglio.

I
ICY (diamante)

Si dice di un diamante fancy dal caratteristico color “ghiaccio”. Dall’inglese “ice”, ghiaccio.

INCASTONARE

Incastrare e fermare la pietra nel castone. Nella lavorazione di un gioiello, si tratta di una fase manuale che si esegue con strumenti di precisione, e richiede da parte dell’incastonatore (detto anche incassatore) una grande perizia.

INCISIONE

Disegno decorativo eseguito a mano su una superficie di metallo prezioso con uno strumento tagliente e appuntito chiamato bulino. Il disegno è reso indelebile per asportazione di materiale. Esistono anche lavorazioni di tipo industriale che utilizzano il pantografo, il laser e il computer per realizzare semplici incisioni su grandi quantitativi di gioielli e argenti.

INCLUSIONE

Corpo solido, liquido o gassoso che può trovarsi all’interno di una gemma. Nella valutazione delle pietre, le inclusioni costituiscono delle imperfezioni.

K
KNUCKLE RING

Un gioiello a metà tra il classico anello e un ornamento per la mano: la parte superiore, appositamente studiata per risultare flessibile, copre più falangi dello stesso dito.

M
MAGLIA

Ogni singolo anello o elemento di una catena.

MARTELLATO

Si dice di metallo lavorato con martello e speciali ferri da cesello che lasciano tipiche “impronte” di superficie battuta.

MARTELLATURA

Procedimento per modellare, con un martello, recipienti in argento temperato. È la tecnica più usata dagli argentieri, consiste nel foggiare piatti, vasi e altri oggetti battendo col martello lamine di metallo poste su delle incudini sagomate.

MICROFUSIONE

Antica tecnica di lavorazione. Consisteva nel riempire con un getto d’oro fuso una matrice di pietra o d’argilla. Molto utilizzata anche per l’oreficeria contemporanea, oggi la microfusione viene effettuata tramite macchinari, computer e forni ad altissima tecnologia.

MINAUDIÈRE

Borsetta rigida da sera, perlopiù di forma rettangolare o ovale, la cui creazione è attribuita a Van Cleef & Arpels (anni Trenta), oggi riportata in auge da molte star del cinema e della moda. E’ realizzata con materiali preziosi e spesso tempestata di gemme. L’interno è suddiviso in piccoli scomparti, pensati per contenere lo stretto indispensabile per una serata (trucco, fazzoletto, chiavi, occhiali da vista, cellulare).

MOMME

Antico termine giapponese che indica l’unità di peso delle perle coltivate. Un momme corrisponde a 3,75 grammi, ovvero 18,75 carati.

MONTATURA

La struttura di supporto di una pietra. Può essere di due tipi: a giorno e a notte.

MONTATURA A GIORNO

Introdotta all’inizio dell’800, la montatura a giorno non ha fondo e quindi permette alla pietra di ricevere la luce anche dal basso.

MONTATURA A NOTTE

Unico tipo di montatura esistente fino ai primi dell’800: il castone nascondeva la parte inferiore della gemma che riceveva luce solo dall’alto.

MOSCHETTONE

Fermaglio metallico a forma di gancio, con chiusura a molla, usato per fermare collane e bracciali.

N
NIELLO

Raffinata tecnica di oreficeria, conosciuta fin dall’antichità, che consiste nell’incidere sulla superficie del metallo dei solchi sottili seguendo un minuto disegno, riempirli con un’amalgama di colore nero e levigare quindi la superficie fino a renderla completamente liscia, con un effetto decorativo di grande impatto.

O
ORECCHINI CHANDELIER

Orecchini costituiti da diversi elementi pendenti. Possono avere una lunghezza di pochi centimetri o arrivare fino alla spalla.

ORECCHINI A MONACHELLA

Sono orecchini caratterizzati dalla chiusura detta, appunto, a monachella, costituita da un gancio particolare, leggermente pendente, al quale solitamente è abbinata una singola perla o pietra di colore.

ORIENTE

La luminosità e iridescenza di una perla. Questo fenomeno ottico, dovuto alla scomposizione della luce riflessa dai cristalli di carbonato di calcio che formano gli strati della perla, viene percepito come un insieme di colori “spettrali” che si muovono sulla superficie.

P
PADIGLIONE

La parte inferiore della pietra tagliata, al di sotto della cintura.

PAVÉ

In un gioiello, effetto decorativo che si ottiene quando le pietre sono posizionate una accanto all’altra e vanno a formare un vero e proprio “pavimento”.

PEDALE

La base del candeliere (gergo).

PERLAGIONE

Strati di carbonato di calcio e conchiolina (sostanza organica con funzioni di cementante) che danno forma alla perla. Si tratta di “secrezioni” con cui il mollusco, per difendersi, ricopre un corpo estraneo penetrato all’interno della conchiglia.

PERLA COLTIVATA

Perla generata da particolari molluschi in seguito all’intervento dell’uomo, che inserisce nelle parti vitali dell’animale un corpo estraneo, appositamente predisposto, chiamato nucleo. Dal punto di vista chimico non differisce dalla perla naturale.

PERLA NATURALE

Perla generata spontaneamente da particolari molluschi, per reazione dovuta alla presenza di un corpo estraneo all’interno della conchiglia.

PLACCARE

Rivestire un metallo con uno strato sottile di metallo più pregiato.

POLITURA

Operazione che serve a levigare e dare lucentezza alla pietra dopo averla tagliata. La si effettua mediante piastre rotanti a polvere di diamante.

PUNTINATURA

Decorazione a puntini, ottenuta lavorando la superficie dell’oro col bulino.

PUNZONE

Attrezzo costituito da un’asticella d’acciaio, con estremità recante un motivo o disegno, con cui si imprime per percussione, su un manufatto di metallo prezioso, un’impronta che serve a certificarne la provenienza, il titolo o la bottega. È anche il simbolo impresso nel metallo.

R
RIVIÈRE

Gioiello caratterizzato da pietre incassate “a riviera”, cioè in fila.

RODIATURA

Procedimento chimico utilizzato in oreficeria per rendere l’oro bianco (che in origine tende a essere opaco e giallognolo) più brillante e più “bianco”. L’oggetto in lavorazione viene immerso in un bagno di rodio, metallo non attaccabile dagli acidi, a formare un sottile strato protettivo.

S
SABBIATO

Si dice di metallo prezioso rifinito, in superficie, con un effetto “sabbia”.

SATINATO

Si dice di metallo prezioso rifinito, in superficie, con un effetto “seta”.

SAUTOIR

Collana lunga fino alla vita, nata nel periodo Art Déco, formata da fili di perle, anche intrecciati tra loro, e caratterizzata da un pendente finale a nappina. Oggi
il sautoir si presenta anche in altre forme; ad esempio come catena in metallo prezioso e non, tempestata di gemme diverse e con pendente di varie fogge.

SBALZARE

Modellare una superficie metallica dal suo rovescio usando martello e cesello.

SBALZO

Tecnica decorativa, usata soprattutto nella lavorazione dell’oro e dell’argento, che consiste nel modellare dal rovescio la lastra di metallo prezioso con un martello e un cesello, per creare motivi e figure che risulteranno a rilievo sul diritto. L’opera stessa, risultato di questa lavorazione.

SHEFFIELD

Speciale placcatura d’argento su oggetti decorativi e vasellame in rame, creata nella città inglese di Sheffield verso la metà del 1700.

SOLITARIO

Diamante incastonato da solo in un anello o altro gioiello. Per estensione, l’anello stesso.

SPAZZOLATURA

Finitura di un oggetto metallico per renderne la superficie perfettamente lucida e priva di residui di lavorazione. Si effetua con utensili di vario tipo e abrasivi.

STERLING

Termine inglese per indicare la lega d’argento contenente almeno il 92,5% di argento puro.

T
TAGLIO

Operazione che serve a dare la forma voluta a una pietra grezza, valorizzandone la luminosità. È il taglio che permette alla pietra di riflettere la maggior quantità di luce. I tagli più comuni sono quelli a brillante, a goccia, a navette (marquise), a smeraldo, a cuore, a cabochon, a rosa, a baguette, ovale e princess.

TASTE-VIN

Ciotolina per sommelier, con fondo a bugne e manico, utilizzata per assaggiare il vino e osservarne le sfumature di colore.

TAVOLA

Parte superiore piana di una pietra sfaccettata, normalmente si tratta della faccetta più grande.

TENNIS BRACELET

Chris Evert, campionessa di tennis degli anni ‘70 e ‘80, portava come amuleto, durante le partite, un braccialetto con rivière di diamanti. Da qui il nome di questo tipo di braccialetto.

TIARA

Ai giorni nostri, nel campo della gioielleria, per tiara si intende un ornamento per il capo, riservato alle spose o alle occasioni mondane, che va a ornare la testa in forma di prezioso cerchietto o semicerchio, simile a una corona, spesso tempestato di gemme quali diamanti o perle.

TITOLO DELL’ARGENTO

Quantità di argento puro in rapporto al metallo legante. L’argento allo stato puro è troppo molle e, per poter essere lavorato, necessita di un legante (di solito si usa il rame). Viene espresso in millesimi. Esempio: il titolo 800 vuol dire che nella lega ci sono 800 parti d’argento e 200 di rame.

TITOLO DELL’ORO

La percentuale di oro puro in rapporto al metallo legante, espressa in millesimi o in carati. (Vedi anche carato)

TRILOGY

Nato come anello da anniversario, trilogy è un gioiello caratterizzato dalla presenza di tre diamanti che simboleggianno il passato, il presente e il futuro di una storia d’amore.

TRIONFO

Oggetto riccamente decorato, solitamente in argento, usato come ornamento per la tavola. Gli esempi più eclatanti sono quelli in stile Rococò.

TUBOGAS

Lavorazione ispirata a una tecnica artigianale dell’Ottocento, introdotta in gioielleria da Bulgari nel secondo Dopoguerra. Oro e acciaio sono lavorati a segmenti che rendono il gioiello flessibile per meglio adattarlo alla forma del collo e dei polsi.

V
VERMEIL

Argento dorato a fuoco.

VINAIGRETTE

Scatolina da tasca in uso nel XVIII secolo, di produzione soprattutto inglese e francese, dove veniva posto del cotone, imbevuto di profumo o aceto, da odorare. Dal francese “vinaigre”, aceto.

Z
ZAPPONARE

Proteggere dall’ossidazione gli oggetti d’argento con un’apposita vernice trasparente.

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